Chi scrive, rimane dell’idea che scopo commerciale e scopo imprenditoriale (che non posso essere elementi tautologici o, con l’eufemismo della Suprema Corte, il secondo specificazione del primo) siano da distinguere: destinazione alla commercializzazione e destinazione all’uso nell’àmbito di un’impresa.
La locazione ad uso commerciale implica la concessione in godimento al conduttore di beni, allo scopo di svolgere attività economiche, sia relative al lavoro autonomo che a quello imprenditoriale.
Quali sono i locali commerciali?
Rientrano in questa categoria tutti i locali adibiti alla vendita di merci, prodotti e manufatti, sia della piccola distribuzione che della GDO, ma anche tutti i locali in cui si offrono servizi inerenti alla somministrazione di cibi e bevande (bar, ristoranti, ecc.).
A norma dell’articolo 2195 del codice civile un imprenditore commerciale esercita professionalmente una o più delle seguenti attività: un’attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi. un’attività intermediaria nella circolazione dei beni. un’attività di trasporto per terra, o per acqua o per aria.
Le aziende commerciali si occupano del trasferimento delle merci nello spazio e nel tempo; operano nel settore terziario e attuano una produzione indiretta, ovvero si occupano della distribuzione (insieme delle operazioni necessarie per trasferire le merci dalle fonti di produzione al consumatore finale).
Per poter aprire un negozio, dovrai disporre di un‘autorizzazione del Comune in cui ha sede la tua attività commerciale, e presentare la Dichiarazione di Inizio Attività, aprire le posizioni INPS e INAIL e richiedere l’autorizzazione per esporre l’insegna.
Occorrerà versare il 22% di Iva sul valore dell’immobile ed aggiungere l’imposta di registro paria 200 euro. L’imposta ipotecaria è fissata al 3% del valore e l’imposta catastale all’1